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Ampliamento della TATE GALLERY
CLORE GALLERY - Londra
Stirling e Wilford

La facciata del nuovo edificio è un tentativo di mediazione tra l'edificio classicheggiante in pietra della Tate Gallery da un lato e il Lodge in mattoni del contesto dell'area del Queen Alexandra Hospital

La Tate Gallery occupa un edificio classicheggiante (Sidney Smith, 1897) in Millbank, di fronte al Tamigi. Essa ospita due collezioni fondamentali: la British Collection, dedicata ai pittori inglesi dal XVI secolo fino al 1860 e la Modern Collection dedicata alla pittura e scultura moderna internazionale.

Dopo numerose estensioni succedutosi negli anni per far spazio alle collezioni, nel 1987 è stata aperta la Clore Gallery, su progetto degli architetti James Stirling e Michael Wilford and Associates, che ospita la Turner Collection, consistente in alcune migliaia di opere tra dipinti, acquarelli, schizzi e disegni di Turner.

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Copyright 2024 - Arch. Sonia Piazzini

Fig. 1 - Il cornicione della Tate si prolunga lungo le facciate principali del nuovo edificio ed alcuni elementi della Tate vengono riproposti in forma rovesciata (timpano in alto e finestra a lunetta in basso nella Tate vengono invertiti nel nuovo edificio)

La nuova ala, con pianta ad L, mantiene lo scenario contestuale della Tate Gallery e la simmetria della galleria intorno al suo portico d'entrata, essendo concepita come un complesso giardino, ampliamento della sede principale, con pergolato e laghetto delle ninfee, terrazza lastricata e alberata. Il lato lungo della L, posto dietro il padiglione angolare, si collega attraverso una galleria all'edificio principale, mentre l'ala più corta torna verso la Millbank sulla linea del Lodge.

Al nuovo edificio si accede o dalla gradinata frontale della Tate Gallery o da un nuovo cancello nella cancellata del giardino su Millbank, da cui partono percorsi pedonali fino alla terrazza lastricata d'entrata che collega il padiglione angolare con l'ingresso del nuovo edificio.

La scelta progettuale di collocare l'ingresso della Clore Gallery di lato rispetto a quello della Tate che guarda verso il fiume, evidenzia la volontà dei progettisti di non competere con l'ingresso monumentale e ufficiale dell'edificio storico, volontà accentuata dalla mancanza di monumentalità del nuovo ingresso che risulta essere sottodimensionato rispetto all'ingresso principale, come una orangerie della grande villa.

La facciata del nuovo edificio è un tentativo di mediazione tra l'edificio classicheggiante in pietra della Tate Gallery da un lato e il Lodge in mattoni del contesto dell'area del Queen Alexandra Hospital.

Il cornicione della Tate si prolunga lungo le facciate principali del nuovo edificio, l'altezza del pergolato sulla terrazza è in rapporto con l'altezza dello zoccolo dell'edificio classicheggiante, mentre alcuni elementi della Tate vengono riproposti in forma rovesciata (timpano in alto e finestra a lunetta in basso nella Tate vengono invertiti nel nuovo edificio). Le facciate sul giardino sono rivestite di lastre di pietra, mentre verso il Lodge e l'edificio dell'ospedale, le connettiture tra le lastre sono in mattoni per dare continuità al contesto. Il colore del rinzaffo è scelto per mediare tra il rivestimento in pietra della Tate e il rivestimento in mattoni. Le facciate secondarie sul retro, nell'ala destinata ai servizi, sono in mattoni di colore chiaro. I tagli nelle superfici mettono in evidenza che le pareti non sono strutturali e che i materiali tradizionali come il mattone, hanno una funzione di puro rivestimento.

Al livello inferiore dell'edificio, oltre la sala d'entrata con lo scalone di accesso alle gallerie superiori, sono ubicati il guardaroba, la sala conferenze, i locali del personale, gli archivi, una sala di lettura che si affaccia sul giardino, un bar, ecc. Il livello superiore comprende le gallerie che, trovandosi allo stesso livello di quelle della Tate, consentono un flusso interrotto di visitatori tra i due edifici. La luce, grande protagonista degli spazi, penetra dai lucernari della copertura creando un effetto di illuminazione diffusa.

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